FABULA - CIRCOLO LETTERARIO TELEMATICO
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VISITA CASUALE

Marco Passarello




Len e Gia giocavano come sempre a rincorrersi tra i non-vortici della non-realtà, quando Gia inciampo' e cadde nello spazio-tempo. Senza un attimo di esitazione, Len la seguì, temendo che si fosse fatta male. La trovò che si guardava intorno frastornata, e immediatamente ne capì la ragione: era strano trovarsi in un *luogo*.
"*Dove* siamo?" chiese Gia. Len contattò rapidamente la matrice informativa, e rispose: "I membri della razza dominante chiamano il luogo *piazza Duomo*".
"Sono gli esseri grandi o quelli piccoli?"
"Quelli grandi! Non vedi? E' evidente che sono loro i padroni di questo ambiente."
"A me non sembra. Da cosa lo deduci?"
"Beh, sembra costruito a loro misura. Eppoi, guarda: su quel piedistallo c'è un simulacro degli abitanti grandi. Si chiama *statua*. Secondo la matrice, viene costruito in onore di qualcuno."
"Forse sarà così, però guarda in cima: c'è un simulacro degli abitanti piccoli."
"Non un simulacro: è vivo!"
"E allora perché gli cammina sulla testa? Non mi sembra rispettoso della razza dominante."
"Dì quello che ti pare, ma secondo la matrice sono quelli grandi, gli *uomini*, ad aver costruito questo ambiente (si chiama *città*). Quelli piccoli, i *piccioni*, si limitano ad abitarla."
"Vedi che ho ragione io? Sono i piccoli la razza dominante: hanno fatto fare la fatica agli altri!"
"E' inutile discutere con te! Comunque è meglio andarcene: non è permesso stare nello spazio-tempo, e potrebbero vederci."
"Sei tu che non sai andare oltre a quello che ti trovi nella stupida matrice! E' logico che la razza dominante sia quella che ci assomiglia di più!" E con un rapido, elegante movimento spiegò le ali e volò fuori dalla morsa del tempo.




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